Arnoldo Mondadori nel 1929 probabilmente aveva già intuito che quella sua nuova collana, che traduceva i grandi giallisti internazionali, avrebbe avuto successo, ma forse non se ne aspettava uno simile.
Sia come ha intuito Greta, forse, l’abbia fatto come resistenza, come urlo democratico come la dittatura fascista e contro le violenze pubbliche che il regime compiva, ma di questo non possiamo averne certezza.
Tuttavia l’avere introdotto il genere giallo nel panorama letterario italiano è stato possibile perché in quel momento Mussolini aveva bisogno di consenso, dentro i muri di casa ma anche fuori.
Una certa libertà era stata concessa alle traduzioni di Pavese, una alle mode d’oltreoceano e, nella lingua, ai forestierismi, prima che essi cadessero sotto l’incudine dell’autarchia.
IL GENERE
Il genere è, in Antologia, l’insieme delle caratteristiche formali e non formali, testuali e non testuali, che rendono una storia scritta unica e differente da tutte le altre. Siano esse dello stesso genere (quindi con ambienti, personaggi, vicende simili) una storia sarà vicina ad un’altra ma mai identica.
Questa unicità che contraddistingue i generi era un cliché letterario solido, quando dalla metà del XX secolo e in particolar modo nel XXI secolo si è iniziata una sistematica mescolanza di generi e testi, di modo da avere combinazioni più o meno fortunate ma mai stancanti.
IL GENERE GIALLO
Se dovessimo rintracciare un antenato del genere giallo oseremmo menzionare il teatro greco e quello romano. Questa origine si deve alla paziente attenzione con cui i classici dell’arte del palcoscenico scrivevano approfondendo temi e contenuti di menti che avevano scelto la violenza come sfogo alla propria capacità di interazione col mondo.
Il moderno giallo è invece nato con Edgar Allan Poe, poeta e scrittore americano del XIX secolo, il quale nel 1841 pubblicò un libro destinato a riscuotere notevole consenso negli Stati Uniti, I delitti della Via Morgue.
Da allora, allo scrittore americano e al suo personaggio-eroe, Auguste Dupin, si affiancheranno molti altri scrittori e personaggi.
Un altro scrittore, però, contribuì alla definitiva ascesa del genere nei favori del pubblico, lo scozzese Arthur Conan Doyle che con Le avventure di Sherlock Holmes (14 Ottobre 1892) creò un personaggio rimasto ineguagliato, probabilmente, come assoluto riflesso dell’eroe corretto, fedele ai principi, educato e raffinato, deduttivo e logico collaboratore della giustizia e amante della verità, pronto a risolvere i dilemmi di trame spesso contorte e complicate per giungere al ristabilimento di un equilibrio che sebbene non fosse lo stesso di quello di partenza, che il reato ha sconvolto, era pur sempre un nuovo inizio, l’immagine positiva di un importante e decisivo coraggio da cercare nei propri cuori per dissipare le ombre che talvolta possono spaventare.
I FAMOSI PROSECUTORI DEL GENERE
Agata Christie
George Simenon