Ic 1 Montichiari

sabato 19 maggio 2018

Tre vincitori per la 2C



  







QUI L'ARTICOLO



  Oggi, nella Sala Consiliare del Comune di Montichiari, alla presenza del sindaco e del vicesindaco oltreché dei rappresentanti delle associazioni promotrici del concorso "Abbasso lo stereotipo - don Serafino Ronchi", si è tenuta la cerimonia di premiazione.


Con molta soddisfazione dichiariamo il nostro risultato: 

Nicosia Aurora (Io sono come gli altri), Zappalà Lorenzo (La stessa storia) e Spagnoli Leonardo (Azul)


sono risultati tra i VINCITORI.

Hanno ricevuto una copia dell'antologia dei racconti premiati e una pergamena.


Il professore e i compagni sono contenti ed orgogliosi del risultato.


Di seguito gli incipit dei racconti.
SPAGNOLI Leonardo (Azul)


La cronaca di questi ultimi tempi ha portato alla ribalta episodi di violenze, rapine, furti, omicidi   con stranieri migranti protagonisti in negativo.
Si è portati a pensare che queste persone non hanno il diritto di stare in Italia perchè non si comportano secondo le regole. Realtà o stereotipo per cui tutti gli stranieri sono criminali?
 Credevo anche io a questo stereotipo fino a quando, durante una vacanza in Sicilia, feci una amicizia particolare con un ragazzo della mia età.




NICOSIA Aurora (Io sono come gli altri)


Tutti mi prendevano in giro, tutti pensavano che io fossi diverso dagli altri, ma io ero pronto a dimostrare loro il contrario.
Sono Mattia, ho sedici anni e vado in seconda superiore, purtroppo un anno fa ebbi un incidente: fui investito da un’auto e per le ferite che riportai iniziai a zoppicare.
Ero in quella classe da due anni, convivevo con il comportamento dei miei compagni, la maggior parte di loro mi prendeva in giro, solo un paio di amici mi rispettavano per quello che ero.
Ogni tanto pensavo a quello che mi era successo e a come aveva cambiato la mia vita, agli insulti che mi venivano rivolti, in fondo pensavo che fossero tutte bugie, mi davano del fifone, ma io credo che per vivere con una disabilità del genere servisse coraggio.
In realtà subito dopo l’incidente gli amici mi restarono vicino, ma qualche mese dopo tutto cambiò perché Luca iniziò a prendermi di mira.
Luca era un leader e tutti lo temevano. Era un ragazzo alto e robusto, prepotente con i più deboli, per esempio con me.
Arrivò nella nostra classe perché era stato bocciato, sembrava simpatico ma quando i suoi genitori si separarono cominciò ad avere atteggiamenti da bullo.
Ricordo ancora i bei tempi, quando eravamo tutti amici e nessuno veniva insultato o picchiato, ormai non era più così.
Un giorno cercai di parlargli senza farlo arrabbiare, inizialmente la situazione sembrava tranquilla, ma quando gli chiesi:
E se noi facessimo un patto? -
Che tipo di patto? – domandò.


ZAPPALà LORENZO (La stessa storia)

Driin.- suonava la campanella e Luca con il cuore pieno di angoscia, procedeva con passo incerto e titubante verso l'ingresso principale della nuova scuola.
La chiamavano " scuola ghetto" e si trovava in un quartiere periferico di Brescia dove vivevano soprattutto stranieri.
Dirigendosi verso l’aula, Luca sentiva i suoi nuovi compagni parlare fra loro lingue diverse dall’italiano.
Soltanto una volta giunto in classe capi’ che quella era una di quelle classi chiamate dai professori multietniche, in cui gli stranieri erano molti di più’ degli italiani.
Il professore fece l’appello :” Hassan, Gurpreet, Kirti, ..Luca…”, tutti lo guardavano attoniti ed in lui cresceva il desiderio di fuggire.
In classe le ore passavano troppo lentamente e Luca rimaneva in disparte dagli altri compagni, continuando a guardarli con sospetto.

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