Ic 1 Montichiari

Parla la Storia...


PARLA LA STORIA...

          

  UMANESIMO e RINASCIMENTO

(metà XIV secolo - prima metà del XVI secolo)


 
Umanesimo è una parola che entra nella storia a partire dalla metà del Trecento e sino agli inizi del Quattrocento quando, mentre in Europa si combattono ancora accese guerre per il potere, un gruppo di intellettuali di varie nazioni e diverse discipline intrattiene amichevoli rapporti epistolari per i quali si sviluppano sodalizi artistici importanti (Petrarca ed Erasmo sono esempi di intellettuali già europei), mentre si afferma, in campo politico, la Signoria che, se mette i Signori europei gli uni contro gli altri, fa anche loro desiderare di avere città più belle di quelle degli avversari: scatta una guerra dell'arte che è il Rinascimento, momento culturale in cui ogni arte viene stravolta e rivoluzionata sulla base delle idee di grandi geni, di grandi investimenti dei Signori e di un progetto di potenza culturale che da tempo non era stato avanzato così strutturalmente.

DIO O UOMO?

L'Umanesimo è una rivoluzione culturale di portata epocale.
Da una società che ha sempre creduto nella divinità, seppure nelle diversissime forme della religiosità antica e del monoteismo dei grandi popoli, Ebrei, Romani e Arabi, si passò alla formulazione filosofica di quella che con un'espressione fortunata è stata chiamata l'era dell' "uomo al centro dell'universo".

Tralasciando il complesso campo della verità in questioni che si dibattono da millenni, tra studiosi di chiara fama in un campo o nell'altro, c'è da comprendere con una certa evidenza che quello avvenuto tra il Trecento e il Quattrocento è un vero e proprio strappo che avviene all'interno di una società, quella europea, che sebbene fosse stata toccata dal progresso tecnico-scientifico lento e incerto di quegli anni, era tutta un pullulare di richieste di affrancamento di un potere dall'altro. La stessa Chiesa che aveva intervallato brevi regni di Papi inadeguati, corrotti, violenti e presuntuosi, aveva chiaramente ribadito a chiunque avesse anche solo letto poche righe di uno dei Vangeli come fosse profondamente lontana dagli insegnamenti di Cristo. Così come la ribellione contro il Papa e il Papato scatenata dai re di Francia o dagli imperatori di Germania non aveva nulla di pio e disinteressato ma rientravano in un chiaro gioco politico per impadronirsi di ricchezze e mezzi di cui ancora Roma disponeva.
In questo scontro, l'arte e la scienza diventano prima mezzi di disputa che il potere usa per imporsi all'attenzione internazionale e quindi sempre più modi che gli artisti e gli scienziati usano per liberarsi del potere o per criticarlo (spesse volte celando la critica dietro un'apparenza di asservimento o di compiacimento).

Quello che avviene con l'Umanesimo e il Rinascimento, la riscoperta dei classici, del mondo greco-romano (e pagano), di una libertà prima soffocata dal potere ecclesiastico, sono stimoli per recuperare vigore e fiducia nelle capacità dell'uomo, una macchina perfetta, che si iscrive in un cerchio o in un quadrato (anch'essi figure perfette), che con il suo intelletto è capace di dominare il mondo, di plasmarlo e trasformarlo a suo piacimento.

Tutti gli umanisti credettero che l'uomo bastava a sé stesso?
No di certo!
Al di là degli sgorbutici Papi con cui aveva a che fare, il grande Michelangelo aveva scritto delle poesie in cui si era avvicinato all'idea del divino.
Un altro importante scrittore di politica del Cinquecento, Machiavelli, scrisse intense pagine per spiegare come il Principe ideale che sognava per l'Italia e per la sua rinascita dovesse avere indubbiamente delle inappuntabili doti naturali con le quali, però, doveva in ogni modo ed energicamente rintuzzare i colpi di madama Fortuna, degli eventi che occorrono senza che l'uomo voglia.
Questo concetto della Fortuna, concetto sì pagano o paganeggiante ma anche forza sfuggente e fastidiosa per uomini che con la mente avevano l'obiettivo del totale controllo del reale, è stato più volte ripreso e affrontato da più di uno studioso.

La querelle, dunque, assai precedente al Quattrocento, diventa una vera rivoluzione culturale, come si diceva, destinata a divaricare inevitabilmente i campi di scienza e fede, di cultura e potere.
Alle maglie di un governo fratesco che aveva da tempo tradito la propria missione, veniva quindi a sfuggire sempre più società. Una società che diveniva compatta e solida nel concretizzare le promesse e le opportunità che i nuovi tempi andavano delineando.
Quando il Rinascimento sarà in auge, in Europa, sarà già il tempo di cambiare età, per l'umanità: la scoperta dell'America e le modalità barbariche e profittatrici con cui tutti i Paesi europei più inciviliti ed evoluti si spesero per sterminare le genti indiane d'America, rimarrà una traccia precisa di come ancora, in nome di un Dio in cui non si credeva davvero o in nome del dio denaro e del dio potere, la maschera degli Europei avrebbe nuovamente e ironicamente recitato per sé stessa l'Antigone.


A VOI, RAGAZZI, COSA HA SUGGERITO LO STUDIO DELL'UMANESIMO E DEL RINASCIMENTO?






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